22 gennaio 2025   Articoli

La Puglia hub dell'energia. Un approdo ormai strategico

Grazie alla sua posizione geografica la regione diverrà il terminale di un’infrastruttura di raccordo tra l’Albania e il Sud del nostro Paese

Emanuele Imperiali - Giornalista - Corriere del Mezzogiorno

Hub energetico non solo del Mezzogiorno, ma dell’Italia intera. Grazie alla sua posizione geografica la Puglia diverrà il terminale di un’infrastruttura di raccordo tra l’Albania e il Sud del nostro Paese che servirà a trasportare energia rinnovabile grazie a un collegamento sottomarino. L’intesa è stata sottoscritta, nel corso della visita effettuata da Giorgia Meloni a metà gennaio, negli Emirati Arabi, dai ministri dell’Industria e dell’Ambiente delle tre nazioni coinvolte. L’operazione coinvolgerà dal versante italiano Terna, che ha un consolidato know how nella gestione della rete elettrica ad alta e altissima tensione, una delle più moderne e tecnologiche in Europa, e la National Energy Company degli Emirati. L’accordo vale circa un miliardo e sarà operativo entro tre anni. La scelta del tracciato è stata fatta tenendo conto che l’energia prodotta sarà trasportata dal porto albanese di Valona, attraverso il tratto di mare più stretto, fino al Comune di Castro, in provincia di Lecce. 

Il memorandum prevede che l’esperienza del Paese del Golfo venga utilizzata in Albania per produrre energia solare, eolica e altre rinnovabili, che verrebbero poi trasferite in Italia attraverso il cavo sottomarino in Adriatico. Gli emiratini metteranno l’80% dei fondi e guadagneranno sui diritti di trasmissione, al nostro Paese, dell’energia rinnovabile prodotta in Albania. Tra le regioni meridionali, la prima per potenza installata di impianti per fonti rinnovabili, secondo il rapporto del Gestore dei servizi energetici, è proprio la Puglia, con il 10,4% della produzione italiana. In una fase come l’attuale, nella quale il Piano nazionale ripresa e resilienza scommette una notevole fetta delle risorse europee sulle due transizioni, quella energetica e quella digitale, si tratta di un importante tassello nella più complessiva strategia di sviluppo. Attualmente, infatti, il tasso di dipendenza energetica del nostro Paese sfiora l’84%, secondo Eurostat. A dicembre 2024 il prezzo medio all’ingrosso dell’elettricità in Italia è stato di 135 euro al megawatt, contro i 108 della Germania, i 32 dell’area scandinava, i 111 della Spagna e i 98 euro della Francia, rendendo le imprese italiane molto meno competitive delle concorrenti. La Puglia assume, giorno dopo giorno, sempre più le caratteristiche di hub energetico, grazie innanzitutto ai progetti in corso di decarbonizzazione dei poli industriali, a partire dall’Ilva di Taranto.

E poi al primato nello sfruttamento dell’idrogeno verde, per il quale ci sono già cinque progetti finanziati per l’Hydrogen Valley regionale: due nel Tarantino, uno a Brindisi, uno a Cerignola nel Foggiano, uno in Salento. Quattro saranno finanziati totalmente con risorse del Pnrr, per complessivi 40 milioni. Non è un caso che il maggior esperto di energia del nostro Paese, Claudio Descalzi, ceo dell’Eni, indichi la Puglia come un territorio strategico dal giorno in cui è diventata terminale di arrivo del Tap, che trasporta il gas del giacimento di Shah Deniz nel Caspio dalla frontiera greco-turca attraversa la penisola ellenica e Albania, sulla costa leccese, a Melendugno. Un gasdotto che fa parte del Corridoio meridionale, al quale si collegherà anche la nuova condotta sottomarina. E la Snam ha già lanciato un piano di espansione propedeutico al progetto di un hub meridionale dell’energia, da implementare attraverso accordi diplomatici per favorire l’uso di risorse energetiche, in particolare di quelle pulite legate alle fonti rinnovabili. L’auspicio è che la mai sopita sindrome di Nimby (non nel mio giardino), che si manifestò contro la costruzione del Tap, in nome di un ambientalismo confuso con una sorta di omaggio alla deindustrializzazione, non si rinfocoli per osteggiare questo nuovo progetto. Facendo finta di dimenticare che proprio la carenza energetica è alla base delle salate bollette di gas ed elettricità che cittadini e imprese continuano a pagare.

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