Credere di essere migliori
Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno
Anche quest’anno un ‘post’ di enorme successo sui social mi avverte che la Puglia ha vinto il trofeo come migliore destinazione al mondo del National Geographic. Il post in realtà è abbastanza ambiguo, a volte parla di ‘best value destination’, a volte di regione più bella, a volte addirittura del patrimonio artistico migliore (cioè più di Roma o Firenze per dire). Inoltre i soggetti che ci attribuiscono la medaglia variano, talvolta si include anche Lonely Planet oppure il New York Times. Questi annunci rimbalzati sui social da giornaletti minori, si ripetono ogni anno e quindi ho deciso di controllare.
Ovviamente non c’è traccia dell’attribuzione del premio. National Geographic e Lonely Planet fanno delle liste annuali di destinazioni consigliate che cambiano ogni anno, perché la varietà è l’essenza del desiderio di ogni vero viaggiatore, quelli che leggono davvero NatGeo. Ma la Puglia non compare negli ultimi anni, nel 2020 per esempio c’erano molte destinazioni extra europee, in Europa Galles, Ungheria e Repubblica Ceca.
Si tratta di un fake a cui però decine di migliaia di pugliesi credono ciecamente e con un entusiasmo commovente, che viene ripostato decine di volte e riceve migliaia di commenti. E’ un fake relativamente innocuo e su cui possiamo sorvolare, ma è abbastanza interessante per due aspetti che rivela implicitamente: il primo su chi lo lancia, il secondo sulle motivazioni di chi ci crede.
Perché qualcuno diffonde una notizia falsa come questa? Il meccanismo è semplice. Identifico un gruppo sociale esteso che ha un profondo bisogno di riscatto o una profonda frustrazione ed è disponibile a credere a una notizia che ne esalti l’identità (oppure in casi peggiori identifichi un nemico cui attribuire una colpa nel caso di una situazione negativa). Costruisco una notizia che corrisponde esattamente a quello che il gruppo vuole sentirsi dire. Non importa quanto la notizia sia assurda, la natura umana è debolissima. Meglio se si appoggia (falsamente) a una istituzione considerata affidabile come NatGeo per esempio. In questa maniera in poco tempo riesco ad avere un numero di contatti sul giornaletto online, oppure di ‘like’, ‘repost’, e ‘commenti’ sui social che altrimenti posso solo sognare. E posso generare un traffico che significa anche introiti pubblicitari.
La seconda questione, ovvero perché ci crediamo, è ancora più interessante. Non so se fenomeni come questi avvengano in altre regioni, ma sono sicuro che nessuno pensi di scrivere che Roma ha vinto il premio come miglior destinazione. Sembrerebbe una caricatura ovviamente proprio perché Roma è davvero il luogo dove c’è una porzione significativa del patrimonio artistico italiano, e quindi mondiale. In altri termini a renderci vulnerabili e creduloni è proprio il nostro provincialismo. Lo stesso curioso fenomeno che ci rende smodatamente orgogliosi se un grande attore viene a passare le vacanze o un riccone occasionalmente viene a sposarsi in puglia.
Ma c’è anche un altro elemento più preoccupante a mio parere. Dietro questa esigenza c’è anche una voglia di raccontarci e sentirci dire che siamo i migliori. Non c’è niente di male in un po' di campanilismo, specie se ti sprona a fare meglio. Purtroppo la mia impressione è che questo è il campanilismo di chi crede di aver fatto tutto nel migliore modo possibile finora e pensa che vive nel migliore dei mondi possibile. La Puglia è una regione con grandi potenzialità e dove si può vivere complessivamente molto bene, ma anche con problemi gravi. Le nostre potenzialità hanno bisogno di sforzi e conoscenze, che si costruiscono solo con impegno e intelligenze, per realizzarsi. Il campanilismo che ci serve è quello di chi ti racconta anche verità spiacevoli non quello di chi ti liscia le penne con un preciso interesse. Non abbiamo vinto l’oscar della regione più bella del mondo, banalmente perché questo oscar non esiste se non nella fantasia di chi il mondo non lo conosce affatto.
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