21 aprile 2020   Rassegna stampa

Chi assicura le misure di sicurezza riparta subito: solo così danni limitati

Intervista a Federico Pirro di Oronzo Martucci – Quotidiano di Puglia

Federico Pirro - Professore di Storia dell’Industria - Università di Bari Aldo Moro

Professore Federico Pirro, è d’accordo con chi chiede una ripartenza generalizzata delle attività produttive o ritiene più sensata una ripartenza a scaglioni?

«A mio avviso dovrebbero partire tutte quelle che sono in grado di assicurare le misure di sicurezza giustamente richieste con forza da chi ci lavora. Non possiamo più perdere altro tempo. Peraltro molte altre imprese da ieri sono in produzione».

Quali settori dovrebbero essere privilegiati nel caso di ripartenza a scaglioni?

«Privilegerei quelle con prodotti finiti export oriented e quelle saldamente integrate in filiere che si allungano anche all’estero».

C’è il rischio che alcune regioni del Nord decidano di partire prima?

«In realtà sono già ripartite molte industrie del Nord e questo è un bene, perché così produrranno effetti di traino su molte nostre Pmi che già da tempo lavorano come subfornitrici di capacità e specialità per committenti settentrionali ed esteri».

La filiera produttiva con una partenza a scaglioni potrebbe andare in crisi, visto che aziende del Sud in particolare nel settore della meccanica producono pezzi per quelle del Nord e viceversa?

«Non sarei preoccupato per questo aspetto. Le aziende che conosco e che seguo non vedono l’ora di riprendere l’attività, anche perché le commesse ci sono sia per le imprese capofila e sia ‘a valle’ anche per le nostre imprese di subfornitura».  

Quali criteri si dovrebbero utilizzare per una riorganizzazione del lavoro o al momento della ripartenza?

«Per questi aspetti molto complessi e delicati bisogna discuterne in primo luogo e a fondo sotto il profilo tecnico con i Sindacati e le RSU. Sarà l’occasione, a mio parere, per un salto di qualità nelle relazioni industriali fra imprenditori, manager e sindacalisti. Sotto questo profilo io ho fiducia. Tutti, nessuno escluso, vogliono difendere i livelli di competitività delle nostre fabbriche, in molte delle quali sono stati realizzati investimenti sostenuti con incentivi dalla Regione. E’ un patrimonio tecnologico che non è andato disperso».

Quali saranno le conseguenze che il sistema produttivo pugliese subirà a causa del blocco produttivo?

«Se si ripartisse subito, come io auspico in condizioni, lo ripeto, di massima sicurezza per i lavoratori, i danni del lockdown per le industrie che non hanno prodotto potrebbero essere contenuti, purché alle aziende che ne hanno bisogno arrivino e subito le risorse finanziarie necessarie. Sarebbe veramente esiziale avere le commesse e non poterle esitare per scarsezza o mancanza di liquidità. Le banche allora sono chiamate ad un sforzo eccezionale di accelerazione delle istruttorie per le società che chiedono accesso alle garanzie predisposte dal Governo».

La Puglia turistica aveva raggiunto livelli di eccellenza e con gran numero di presenze. È possibile pensare a una ripresa delle attività dopo lo stop ai viaggi aerei che impediranno l’arrivo degli stranieri?

«Il turismo purtroppo è il comparto con il commercio al dettaglio che avrà i danni maggiori dalla pandemia. E allora dovrà essere impegno di tutti noi lavorare per salvare il settore dell’industria dell’ospitalità che è divenuta uno dei punti di forza per il sistema economico regionale, ed è un creatore di domanda per molti comparti industriali. Ripartiremo in estate con i turisti italiani, ma dal prossimo anno si spera di poter riconquistare quelli stranieri. Del resto la Puglia è sempre una splendida regione mediterranea e sarà capace di attrarre ancora i viaggiatori esteri».

Le scelte del governo e gli interventi decisi sinora a livello nazionale e regionale sono commisurati alla gravità della situazione?

«Le misure del Governo complessivamente sono state buone ma possono essere migliorate in Parlamento, anche attraverso un ampio e approfondito confronto con l’opposizione. Ora però l’Esecutivo dovrebbe concentrare la sua azione soprattutto sui grandi indirizzi strategici della ripresa, puntando in primo luogo sulla accelerazione nella realizzazione delle infrastrutture strategiche del Paese. Entro l’estate sarebbe auspicabile che partissero grandi cantieri che avrebbero un effetto di traino, com’è noto, su tutti i comparti a valle dell’edilizia. Le misure allo studio della Regione Puglia sono opportune anche se devono essere dettagliate con più precisione».  

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