21 giugno 2024   Convegni

Rotta verso Sud, Global Gateway e Piano Mattei

Martedì 2 luglio 2024, ore 10-13

 

Martedì 2 luglio vi invitiamo a un nuovo appuntamento di Fondazione Merita e Matching Energies Foundation realizzato in collaborazione con Unioncamere dal titolo "Rotta verso Sud, Global Gateway e Piano Mattei"

Il convegno, che si svolgerà con la partecipazione del Viceministro degli Affari esteri Edmondo Cirielli, si svolgerà a partire dalle 10 presso la sede Unioncamere, in Piazza Sallustio 21, Roma.

Per partecipare in presenza è necessario compilare il seguente modulo. Di seguito trovate il programma completo:

PROGRAMMA

ore 9.30 Welcome coffee

ore 10.00
Saluti:
Claudio De Vincenti, Presidente onorario Fondazione Merita
Marco Zigon, Presidente della Matching Energies Foundation
Giuseppe Tripoli, Segretario Generale di Unioncamere

ore 10.20
Presentazione del position paper a cura di:
Raffaele Lagravinese, Università di Bari e socio Merita
Amedeo Lepore, Università della Campania Luigi Vanvitelli, socio fondatore di Merita
Marina Verderajme, Esperta di formazione e politiche del lavoro, socia Merita

ore 10.40
Intervento di apertura:
Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Interventi:
Nicolò Mardegan, Direttore Relazioni Esterne di Enel
Lapo Pistelli, Direttore Pubblic Affairs di Eni
Carlo Palasciano Villamagna, Chief International Officer del Gruppo FS ed Executive Chairman Mercitalia Logistics
Sergio Molisani, Chief International Asset Management and Business Development di Snam
Ambrogio Michetti, Chief Corporate Officer di Sparkle
David Massey, Direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali di Terna
Ludovica Zigon, Sales Director del Gruppo Getra

 

POSITION PAPER

Position paper a cura di Raffaele Lagravinese, Amedeo Lepore e Marina Verderajme

Premessa

L’ultimo triennio ha visto un crescente interesse da parte dell’Unione Europea e dei singoli Stati che la compongono a sviluppare piani di investimento verso Paesi Terzi, soprattutto verso l’Africa, i Paesi del Sud-Est del Pacifico e dell’America Latina. Dallo sviluppo di queste aree potrà dipendere anche il futuro della stessa Europa, un continente in profonda crisi demografica e sempre più in cerca di materie prime e nuove rotte commerciali, ma, soprattutto, di un nuovo modello produttivo. 

La forte instabilità geopolitica a livello globale di questa fase, compromessa ancora di più dagli scenari bellici in Ucraina e in Medio Oriente, rendono ancora più necessario un maggior ruolo unitario e solidale dell’Unione Europea nello scacchiere globale. 

In questa ottica va quindi vista di assoluto buon auspicio l’iniziativa europea del Global Gateway, a cui si collega opportunamente l’iniziativa italiana del Piano Mattei.

Il position paper della fondazione Merita ha come principale obiettivo quello di delineare brevemente i contenuti di questi progetti di investimento, a loro volta connessi al Partenariato per le Infrastrutture e gli Investimenti Globali (PGII) del G7, e di sottolineare come l’iniziativa italiana potrà avere successo solo e soltanto all’interno di una più ampia strategia europea.

Il resto del position paper è così dettagliato. Nel prossimo paragrafo si descriveranno le caratteristiche principali del Global Gateway; il paragrafo successivo descriverà il Piano Mattei, così come si sta delineando in queste ultime settimane, e, infine, si presenteranno alcune conclusioni con suggerimenti di policy al fine di rendere vincenti entrambi i progetti.

Il Global Gateway 

Alla fine del 2021, l'Unione Europea ha avviato il progetto Global Gateway, un’iniziativa mirata a promuovere lo sviluppo delle infrastrutture tangibili e intangibili nei Paesi meno sviluppati tra il 2021 e il 2027, con un investimento di 300 miliardi di euro. Molti analisti hanno visto in questa azione la risposta europea al piano di investimenti cinesi della Road Belt Initiative (RBI), da cui si differenzia principalmente per due aspetti. Il primo è che il Global Gateway prevede oltre che prestiti anche sovvenzioni destinate a specifiche finalità. La RBI invece è stata concepita solo come un piano di prestiti per infrastrutture in Paesi terzi. Il secondo aspetto riguarda la condizionalità dei fondi: a differenza dei prestiti cinesi, l'UE richiede a tutti i Paesi partner che beneficiano degli investimenti di aderire in modo esplicito allo stato di diritto, mantenendo alti livelli di diritti umani, sociali e dei lavoratori, nonché il rispetto delle norme internazionali e degli standard di proprietà intellettuale. Secondo la Commissione, questa iniziativa consentirà ai partner dell'UE di sviluppare le loro società ed economie, ma creerà anche opportunità per il settore privato degli Stati membri dell'UE di investire ed essere competitivo, garantendo allo stesso tempo la più elevata qualità ambientale e del lavoro, oltre a una gestione finanziaria solida. Dei 300 miliardi previsti, 18 miliardi saranno sovvenzioni dirette da programmi comunitari dedicati all'azione esterna, 145 miliardi proverranno da prestiti delle banche di investimento dei Paesi membri e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (EBRD). I restanti 135 miliardi saranno investimenti generati dal settore privato, specialmente in infrastrutture verdi ed energie rinnovabili, coperti dalla garanzia del 40% del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI). Questo pacchetto si aggiunge ai 9,6 miliardi di euro già spesi dall'Unione in progetti di connettività globale tra il 2014 e il 2020, pari al 14% del budget dell'UE per le relazioni esterne. Il Global Gateway può rappresentare, quindi, un primo contributo dell'UE per ridurre il divario globale degli investimenti a livello mondiale, in linea con l'impegno dei leader del G7 del giugno 2021 e del Giugno 2024 per lanciare un partenariato per rispondere alle esigenze globali di sviluppo infrastrutturale. Il Global Gateway è anche del tutto allineato con l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, così come con l'Accordo di Parigi. 

Finora, il primo importante traguardo del Global Gateway è stato il Pacchetto di Investimenti Africa-Europa con circa €150 miliardi di interventi dedicati a rafforzare la cooperazione con i partner africani. Come si può notare dalla figura 1, l'Africa è la principale priorità regionale del Global Gateway ed è al centro del pacchetto di investimenti più importante fornito dall'UE per la strategia. Il pacchetto mira a sostenere l'Africa per una ripresa e trasformazione significativa, inclusiva, digitale e verde. Una parte importante degli investimenti sarà destinata a migliorare le reti di trasporto multimodale tra l'Europa e l'Africa, creando corridoi strategici, facilitando così il commercio e la mobilità tra le due sponde del Mediterraneo. Una maggiore connettività regionale è essenziale per trasformare il Nord Africa in un polo industriale ed energetico vicino all’Europa. Politiche economiche divergenti, collegamenti transfrontalieri limitati e una scarsa dotazione infrastrutturale hanno ridotto negli anni il potenziale di crescita dei mercati della regione e impedito la creazione di catene del valore a vantaggio dei partner europei. 

Più in dettaglio, sono undici i corridoi strategici identificati dalla Strategia per migliorare la connettività sostenibile, essenziale per lo sviluppo di nuove global value chains di cui beneficeranno sia le industrie africane che quelle europee. Inoltre, sono stati individuati 95 settori promettenti per favorire un'industrializzazione sostenibile e gli scambi tra i Paesi africani e l'UE. In totale, sono previsti 150 miliardi di euro di investimenti da dispiegare attraverso le iniziative del Team Europe al fine di raggiungere cinque obiettivi ambiziosi: (i) accelerare la transizione verde; (ii) potenziare la transizione digitale; (iii) accelerare la crescita sostenibile e migliorare le condizioni lavorative; (iv) potenziare i sistemi sanitari e farmaceutici; (v) migliorare l'istruzione e la formazione.

Oltre all’Africa, il Global Gateway prevede di realizzare un primo piano di investimenti anche in Asia e nel Pacifico e in America Latina e nei Caraibi, dove la Presidente Von der Leyen ha annunciato un investimento globale da parte dell'UE e dei suoi Stati membri di oltre €45 miliardi.

La figura seguente, tratta dal sito della Commissione europea dedicata al progetto, mostra che a fine 2023 sono stati lanciati novanta progetti chiave in tutto il mondo nei settori digitale, energetico e dei trasporti attraverso il Global Gateway, per rafforzare i sistemi sanitari, educativi e di ricerca a livello globale.

Figura 1. Gli Investimenti del Global Gateway 

Fonte: Strategia Global Gateway - Commissione europea (europa.eu)

In verde le iniziative di carattere regionale, in blu iniziative sul territorio nazionale.

Per dare ulteriore slancio all’iniziativa europea alla fine del 2023 è stato costituito il Business Advisory Group (GG BAG) a cui partecipano in qualità di membri 47 imprese, 13 associazioni di categoria e 10 osservatori. L’Italia è ben rappresentata da 5 imprese italiane: Enel e Getra Group per il settore Clima ed Energia; Telecom Italia Sparkle s.p.a. per il settore Digitale; FS Italiane s.p.a e Webuild s.p.a per il settore Trasporto.

Il Global Gateway costituisce pertanto un strategia importante di un quadro più ampio di politiche che hanno connotato l’attuale mandato delle istituzioni Europee e può contribuire agli obiettivi di sostenibilità previsti dal Green Deal, anche attraverso forme di cooperazione e trasferimento tecnologico, di sicurezza energetica in coerenza con la strategia Repower EU e di coordinamento delle politiche per l’immigrazione, con l’ulteriore obiettivo di attrarre e formare capitale umano qualificato.

Il “Piano Mattei”

Nell’ultimo anno, il governo italiano ha rilanciato un importante piano di investimenti denominandolo “Piano Mattei”, istituito con il Decreto Legge del 15 novembre 2023, n. 161 e convertito in legge l'11 gennaio 2024. Questo piano - che coinvolge il mondo delle maggiori imprese italiane e in particolare, oltre a quelle già citate, ENI, SNAM, Terna e CDP - rappresenta una strategia integrata per sviluppare la cooperazione tra l'Italia e gli Stati africani: si propone di rafforzare un partenariato mirato a promuovere uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo nei settori politico, economico, sociale, culturale e di sicurezza.

Gli ambiti di intervento del Piano Mattei comprendono la cooperazione allo sviluppo, la promozione delle esportazioni e degli investimenti, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione, la salute, l'agricoltura e la sicurezza alimentare, le risorse naturali, la tutela ambientale e l'adattamento ai cambiamenti climatici, nonché le infrastrutture digitali.

I sei pilastri del Piano Mattei in parte sovrapponibili al Global Gateway europeo sono: Istruzione e Formazione, Sanità, Acqua e Igiene, Agricoltura, Energia e Infrastrutture. Nel campo dell'Istruzione e Formazione, il Piano prevede la creazione di centri di formazione professionale, come quello sull'energia rinnovabile in Marocco, per migliorare le competenze locali e creare opportunità di lavoro. Inoltre, sostiene iniziative educative e di formazione in vari Paesi africani, come Tunisia e Costa d'Avorio, per promuovere lo sviluppo del capitale umano. Per quanto riguarda la Sanità, il Piano prevede l'implementazione di progetti per migliorare l'accesso ai servizi sanitari.

In relazione ad Acqua e Igiene, il Piano mira a migliorare l'accesso alle risorse idriche, affrontando problemi come la scarsità d'acqua e le malattie. Per l'Agricoltura, si punta a promuovere investimenti in agricoltura sostenibile e alla formazione del personale. Nell'ambito dell'Energia, il Piano supporta progetti che favoriscono lo sviluppo economico e sociale in Africa, con particolare attenzione alle energie rinnovabili e alla sostenibilità ambientale. Per le Infrastrutture, sono previsti investimenti in infrastrutture critiche, come strade, ferrovie e porti, per migliorare la connettività e facilitare il commercio.

Per il Piano Mattei  il Governo ha previsto di stanziare in totale 5,5 miliardi di euro distribuiti su quattro anni. Questi fondi provengono da diverse fonti, tra cui 3 miliardi di euro dal Fondo Italiano per il Clima e 2,5 miliardi di euro dal Fondo per la Cooperazione allo Sviluppo.

Per rafforzare e coordinare questo progetto, il Governo ha creato una cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, e composta dai membri della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dai rappresentanti delle diverse agenzie e società pubbliche, dalle imprese a partecipazione pubblica, dall'università, dalla ricerca e dal terzo settore che si occupano di cooperazione e sviluppo. Le funzioni principali della cabina di regia includono il coordinamento delle attività del Governo a favore dei territori africani, la finalizzazione e l'aggiornamento costante del Piano, il monitoraggio della sua attuazione e l'approvazione della relazione annuale al Parlamento.

Il Piano Mattei nella strategia del Global Gateway

Il Piano italiano, a nostro avviso, dati anche i temi su cui è focalizzano, dovrà necessariamente inserirsi nel contesto del Global Gateway dell'Unione Europea, al fine di aprire una nuova fase di consistente espansione degli scambi e di solida cooperazione, non solo con l’altra sponda del “mare interno”, ma con i vasti territori del continente africano e del Medio Oriente. Questa svolta può nascere dalla consapevolezza del ruolo di connessione geostrategica del Mezzogiorno d’Italia in un modello inedito, dall’analisi della realtà di un “nuovo mondo” in crescita magmatica, dalla capacità di aggiornamento delle politiche industriali nel quadro dell’evoluzione delle relazioni internazionali. 

In questo quadro è auspicabile che il “Piano Mattei” sappia a inserirsi all’interno del disegno comunitario del Global Gateway così da rendere più credibile l’idea di un intervento coordinato verso l’Africa, seguendo una logica di condivisione tra i Paesi europei e quelli in tumultuosa evoluzione nell’area meridionale del Mediterraneo. Inoltre, è in virtù di un’ampia sinergia internazionale che si possono compiere azioni efficaci per lo sviluppo, soprattutto nel campo dell’energia, dell’ambiente, delle infrastrutture, dei collegamenti, dell’innovazione digitale e della formazione. È in tale quadro, poi, che si può fare dell’economia e dei traffici commerciali uno strumento utile per debellare i numerosi conflitti in corso in questa zona cruciale del mondo e ristabilire una pace basata sulle interdipendenze. 

Un rapporto dell’Economist Intelligence Unit (EIU) di questi giorni contribuisce a chiarire lo stato degli investimenti in Africa da parte dei Paesi arabi, mettendo in evidenza come non siano solo i nuovi contendenti (Cina, Russia e Turchia) a disputarsi lo spazio economico immenso di questo continente con quelli tradizionali, ma compaiano su una scena sempre più complessa un insieme variegato di nazioni e istituzioni internazionali, parte del processo di riassetto degli equilibri geoeconomici globali. 

Il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG) è l’organizzazione formata nel 1981 dagli Stati che si affacciano sul Golfo Persico (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar), per promuovere una più stretta collaborazione e integrazione su scala regionale in materia economica, sociale e culturale, fino alla creazione di un mercato e un’unità monetaria comuni. Il CCG rappresenta il canale essenziale per le relazioni dell’Unione Europea con questi Paesi e, peraltro, dispone di ingenti finanziamenti dei suoi membri per il continente africano, nel momento in cui i prestiti cinesi e gli aiuti occidentali sono meno sicuri e sembrano avere raggiunto il loro tetto massimo. L’attrattiva di tali risorse è dovuta anche alla velocità con cui i fondi possono essere forniti e agli scarsi vincoli fissati per il loro impiego, soprattutto rispetto alle istituzioni finanziarie dell’Occidente. Si tratta di un soft power particolarmente rilevante, perché deriva da investimenti di carattere strategico e da un potenziale miglioramento delle condizioni di sicurezza, specie nelle aree del Corno d’Africa e del Mar Rosso. In questo modo, gli Stati arabi potrebbero assumere il ruolo di principali attori internazionali dell’iniziativa economica nei Paesi africani, espandendo la loro presenza in tutto il continente. Le aziende e gli investitori del CCG tendono a concentrarsi sulle industrie africane legate alle risorse energetiche (petrolio, gas e rinnovabili), alle miniere e all’agricoltura, ma anche sulle infrastrutture di trasporto, sui servizi logistici e sui comparti digitali. 

Questa originale analisi dell’Economist Intelligence Unit permette non solo di rivolgere l’attenzione a un nuovo gruppo di concorrenti che emerge sul proscenio globale, ma di considerare la necessità impellente dell’Europa di stare in gioco nella sfida attuale e l’opportunità per l’Italia e il Mezzogiorno di svolgere un ruolo significativo. Il mutamento degli assetti della geografia, della politica e dell’economia attraversa ormai un continente immediatamente prospiciente i confini del nostro mare, gravido di tensioni e contrasti aspri, e, al tempo stesso, al centro del prossimo sviluppo del mondo intero. 

Anche nell’ambito del G7, svoltosi a Giugno 2024 in Puglia, è stata sottolineata l’importanza della promozione di partenariati con i Paesi africani mediante l’interconnessione tra il PGII (Partenariato del G7 per le Infrastrutture e gli Investimenti Globali, che prevede la mobilitazione di 600 miliardi di dollari in investimenti infrastrutturali nelle economie emergenti), l’EU Global Gateway e il Piano Mattei, con l’obiettivo di lanciare e sviluppare investimenti attorno ai corridoi economici del PGII a livello globale, ivi compresi quelli in Asia, Africa e quello di collegamento tra l'Europa e l'Asia attraverso il Medio Oriente.

Conclusioni

Gli investimenti nelle infrastrutture sono fondamentali per tradurre gli obiettivi di sviluppo sostenibile in azioni concrete. Il Global Gateway ed il Piano Mattei possono fungere da veicolo per promuovere i valori europei nel mondo e sostenere gli impegni internazionali dell'UE, come nel caso del finanziamento climatico e dello sviluppo sostenibile. Questo orientamento può anche favorire l'ingresso dell'industria europea in nuovi mercati in crescita e contribuire allo sviluppo economico dei Paesi partner dell'UE.  Dal punto di vista geopolitico, il Global Gateway può certamente favorire la posizione dell'UE nella competizione globale sulle infrastrutture e sulla connettività, offrendo un'alternativa alle iniziative di altri attori internazionali. 

È bene sottolineare, tuttavia, alcune criticità che possono minare alla base la buona riuscita delle due iniziative. Per quanto riguarda il Global Gateway così come concepito non è ancora integrato nelle strategie di sicurezza energetica e di pianificazione dell'azione esterna dell'UE.  Gli investimenti infrastrutturali non si innestano in una strategia sistemica e non contribuiscono ancora pienamente agli obiettivi di sovranità strategica dell'UE. Così come configurato al momento, dunque, il Global Gateway rappresenta più un supporto che un elemento strutturale dell'azione europea verso Paesi terzi.  

Un altro fattore di criticità può essere rappresentato dalla dispersione delle risorse su più progetti: è importante invece concentrarsi su progetti ad alto impatto, ad esempio infrastrutturali e di sviluppo, che hanno effetti tangibili sulla vita delle persone, sulla formazione in termini di accrescimento delle competenze e sulle economie locali. Questi interventi potrebbero includere progetti di energia rinnovabile, trasporti sostenibili, accesso all'acqua potabile e sviluppo dei talenti.

Infine, le responsabilità per la sua attuazione non sono ancora chiare all’interno delle direzioni generali della Commissione e di altri organi dell’UE. Occorre definire la catena di comando al fine di evitare sovrapposizioni di competenze e inutili ritardi. Queste azioni possono contribuire a rafforzare il Global Gateway, rendendolo uno strumento efficace per promuovere lo sviluppo sostenibile, potenziare la posizione geopolitica dell'UE e migliorare le relazioni con i Paesi partner.

Per quanto riguarda il Piano Mattei invece, è troppo presto per esprimere un giudizio nel merito degli interventi, occorre ancora sostanziare i buoni propositi del Governo con iniziative nuove e concrete rispetto al passato. Su questo ad esempio, occorre chiarire come il “Piano Mattei” si differenzierà rispetto alla già esistente cooperazione bilaterale con i Paesi africani. L’Italia su questo punto non ha particolarmente brillato negli anni passati rispetto invece ad altri partner europei come Francia, Paesi Bassi e Germania che investono molto di più del nostro Paese nel continente africano. 

Il “Piano Mattei” tenendo conto delle risorse messe a disposizione, avrà un impatto limitato se non si inserirà nella strategia europea del Global Gateway, anche in considerazione della portata e delle finalità strategiche italiane che il Piano Mattei stesso si pone in termini di relazioni geopolitiche, accesso ai mercati africani per le imprese italiane, accesso alle materie prime (materie prime critiche) e alle fonti energetiche (fossili, solare, fotovoltaico) per competere con altri blocchi.

E’ da sottolineare e perseguire fortemente anche una strategia sociale del Piano stesso inerente l’immigrazione attraverso programmi di formazione per accogliere in Italia immigrazione qualificata necessaria per colmare i fabbisogni occupazionali in settori strategici italiani ma anche per impiegarli in territorio africano.

In conclusione, per valutare il reale impatto del Piano Mattei nell’ambito del Global Gateway sarà necessario definire al più presto forme di coordinamento tra le politiche italiane e quelle europee, dettagliando le modalità esecutive e le condizioni affinché possano entrambi, in un’ottica di complementarietà, contribuire alla definizione di una strategia comune in materia di politica estera, energetica e di flussi migratori.

Argomenti
Economia

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