20 novembre 2020   Articoli

Caccia al Recovery Fund contro la crisi idrica al Sud

Vera Viola - Sole 24 Ore

Vera Viola - Giornalista - Il Sole 24 Ore

Dopo un anno di piogge scarse, tutta l'Italia è in deficit idrico, ma ai Sud il problema diventa una vera e propria emergenza, anche perché si aggiunge a infrastrutture carenti e gestioni spesso inadeguate. Un vero e proprio allarme è stato lanciato da Merita, Associazione Meridione Italia e da Utilitalia, con il webinar che si è tenuto due giorni fa dal titolo: «Non è un destino un Sud senz'acqua». Merita, l'associazione promossa dall'ex ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, sostiene che «Esiste un divario tra Nord e Sud dell'Italia, anche nell'uso della risorsa idrica, che va ridotto. E l'occasione da non sprecare è rappresentata dalle risorse finanziarie che, nella strategia Next Generation Eu. sono destinate proprio al capitolo acqua». 112020 è un anno di grande siccità. Per l'Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni), in Campania i valori rilevati nei fiumi (Volturno, Sele, Liri-Garigliano) restano inferiori alle medie dell'ultimo quadriennio e al 2019. Si aggrava la situazione idrica in Basilicata dove, in una solo settimana, le riserve idriche sono calate di quasi 5 milioni di metri cubi, raggiungendo un deficit di oltre 47 milioni sull'anno scorso. Va verso il profondo rosso, la situazione idrica in Puglia, i cui bacini trattengono ormai meno di 47 milioni di metri cubi, con un deficit di oltre 76 milioni SUI 2019.

La Sicilia sta peggio. «La recrudescenza dell'emergenza Covid sta determinando gravi difficoltà - ha detto Claudio De Vincenti promotore di Merita - ma pensiamo che sia importante ora creare le condizioni per la ripresa produttiva e occupazionale del Paese e per risolvere i problemi strutturali del Mezzogiorno». «11Sud ha numerosi deficit: reti inadeguate, arretratezza del sistema fognario e depurativo ha poi aggiunto Rosario Mazzola, professore di costruzioni idrauliche a Palermo e promotore di Merita Insomma abbiamo un grave water divide. Poiché rifare tutta la rete è impossibile, serve un salto tecnologico. Non avverrà in maniera autoctona, ci vuole un sistema di accompagnamento». Polverizzazione e debolezza del tessuto di imprese che si occupa della gestione, in numerosi casi, ancora esercitata dai Comuni, sono le principali carenze».

Da qui l'appello del viceministro all'Economia Antonio Misiani: «Il Pnr italiano metterà al centro la transizione green e ci sarà un cluster dedicato a tutela e valorizzazione delle risorse idriche ha detto con obiettivi ambiziosi: puntiamo a raggiungere le medie europee. Facciamo appello alle public utilities affinché facciano uno sforzo nell'attuare il piano di investimenti». Appello raccolto da Michaela Castelli, presidente di Acca e di Utilitalia: «Necessario l'accompagnamento da parte delle grandi imprese - ha detto - l'obiettivo deve essere l'attuazione di un ciclo integrato delle acque».

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