Non è un destino il Sud senz'acqua - Recovery plan per servizi idrici efficienti
Rivedi il convegno di mercoledì 18 novembre
Mercoledì 18 novembre riprendono i nostri incontri su temi di grande rilievo per il futuro del Mezzogiorno. La prima iniziativa - in diretta sui nostri canali social mercoledì dalle ore 10 - affronta il tema centrale del ritardo dei servizi idrici nel rispondere alle esigenze dei cittadini nelle regioni meridionali. Seguirà il 30 novembre una seconda iniziativa sul tema degli investimenti nelle reti energetiche meridionali da realizzare nel quadro della strategia europea della decarbonizzazione. E continueremo con analoghi incontri nel mese di dicembre per continuare poi con il nuovo anno.
Saranno con noi: Michaela Castelli - Presidente di Utilitalia, Stefano Besseghini - Presidente ARERA, Antonio Misiani - Viceministro dell'Economia e delle Finanze, Lars Anwandter - Coordinatore di InvestItalia presso la Presidenza del Consiglio, Luca D’Agnese - Responsabile CDP Energia e Digitale, Giuseppe Mele - Vicedirettore dell'Area Politiche industriali di Confindustria, Ignazio Ganga - Segretario Confederale CISL, Rosario Mazzola - Professore di Costruzioni idrauliche Univ. Palermo e Socio promotore di Merita, Giordano Colarullo - Direttore Generale di Utilitalia e Claudio De Vincenti - Presidente onorario di Merita. Coordinerà il dibattito Vera Viola, giornalista del Sole 24 Ore. (Partner: Dol. Media Partner: Formiche e Radio Radicale.)
VIDEO DELLA DIRETTA
Di seguito trovate il nostro Position Paper "Non è un destino il Sud senz’acqua - Recovery Plan per servizi idrici efficienti"
Premessa
Le risorse finanziarie disponibili nella strategia Next Generation EU (NG-EU) per migliorare l’efficienza dell’uso della risorsa acqua rappresentano un’occasione difficilmente ripetibile per ridurre il divario nell’erogazione dei servizi idrici fra le aree sviluppate (in maggior parte nel Centro-Nord) e quelle arretrate (in gran parte nel Meridione e nelle Isole). Il superamento di questo divario, che la stessa ARERA definisce “water service divide”, può rappresentare una grande occasione di sviluppo organizzativo e tecnologico per l’intero sistema, non solamente per il Meridione.
I condivisibili obiettivi del Recovery Plan sono:
- Sicurezza e resilienza dei sistemi di approvvigionamento idrico primario per gli usi civili, agricoli,
industriali e ambientali, nel rispetto della qualità ambientale dei corpi idrici; non solamente sicurezza
strutturale dei serbatoi di accumulo e delle condotte di alimentazione, ma ancora di più sicurezza sulla
quantità e qualità delle risorse invasate, e interventi per rendere resilienti i sistemi di approvvigionamento
negli scenari indotti dai cambiamenti climatici; l’introduzione di strumenti di controllo e di modelli
previsionali climatici e di ottimizzazione gestionale consente di migliorare la gestione e di predire in
anticipo le situazioni di carenza idrica, attivando per tempo le misure di adattamento e riducendo le
conseguenze sugli utilizzatori delle risorse e sull’ambiente.
- Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione idrica e loro trasformazione in smart network, che
consentano il controllo della loro efficienza in tempo reale e la possibilità per gli utenti di informazione
aggiornata e tempestiva sul servizio offerto. Gli effetti di questi interventi sono il contenimento delle
perdite fisiche e amministrative nelle reti di distribuzione entro gli standard europei (15-20 %), attraverso la
distrettualizzazione delle reti, il controllo delle pressioni, la ricerca attiva delle perdite e la
identificazione e sostituzione mirata delle tubazioni che vanno effettivamente cambiate. I benefici ambientali
sono una conseguenza del minore impatto sulle risorse e una riduzione dei consumi energetici necessari per il
funzionamento delle reti di distribuzione. Per raggiungere e mantenere un adeguato livello di efficienza delle
reti è indispensabile installare sensori e apparecchiature di misurazione e controllo adeguati nelle reti e in
definitiva la loro trasformazione in smart network. La disponibilità di misure e la capacità di
elaborazione e analisi è la base necessaria per operare una manutenzione efficace e proattiva delle reti,
attualmente quasi sempre caratterizzate da scarsa e inefficiente manutenzione reattiva.
- Completamento e gestione delle reti fognarie con tecniche similari alle reti idriche, e realizzazione degli
impianti di depurazione non solamente per superare le procedure di infrazione, ma anche per trasformarli in
“fabbriche verdi”, con il recupero energetico e dei fanghi e la produzione di acqua utilizzabili
dall’agricoltura e dall’industria e per fini ambientali. In questo contesto si deve inserire la programmazione
del Commissario Nazionale della Depurazione, che riguarda tutti gli agglomerati in procedura di infrazione,
localizzati in gran parte nelle regioni meridionali e insulari.
- Va inoltre perseguito, quando possibile, il cofinanziamento degli interventi proposti tramite tariffe e/o altre risorse finanziarie, per incrementare l’effetto leva delle risorse NG-EU.
L’attuale inadeguatezza istituzionale e organizzativa
Anche se la programmazione degli interventi nel settore della gestione delle risorse idriche va sviluppata con un approccio unitario, e la legislazione vigente identifica nei Piani d’Ambito redatti dagli Enti d’Ambito e nei Piani di Gestione del Distretto redatti dall’Autorità di Distretto gli strumenti specifici e gli enti preposti alla programmazione, manca attualmente una struttura di coordinamento delle competenze a livello di amministrazione centrale, distribuite fra MIT, ARERA, MATTM e MIPAF. Appare quindi indispensabile identificare quanto prima una struttura in grado di coordinare le diverse proposte e di vagliare unitariamente la loro attendibilità e coerenza con gli obiettivi e le regole stabilite da NG-EU.
La numerosità delle proposte presentate e la loro qualità progettuale evidenziano che il “water service divide” fra aree sviluppate (Centro-Nord) e aree arretrate (Sud e Isole) non è destinato a ridursi con NG-EU se l’attuazione degli interventi viene affidata ai soggetti attualmente in campo. Infatti la maturazione progettuale e la capacità realizzativa è estremamente differenziata fra le due aree, con le dovute eccezioni. Queste considerazioni sono valide sia con riferimento agli investimenti nel servizio idrico integrato (SII) per gli usi civili che nel comparto irriguo. Infatti nel SII nel Meridione alcune aree sono del tutto prive di gestore affidatario del servizio (Calabria, Molise, larghe parti della Campania e della Sicilia). Di contro proprio in queste aree, e in particolare dove la gestione non è affidata (perché prevalentemente a gestione diretta del Comune), il livello di servizio è molto deficitario e sono necessari gli investimenti.
Come già detto, nel comparto dei sistemi fognari e depurativi nel Meridione opera prevalentemente il Commissario Nazionale Depurazione gestendo quasi sempre direttamente gli investimenti relativi agli agglomerati in procedura di infrazione. Tuttavia il suo intervento è limitato alla sola fase realizzativa e alla gestione degli impianti per il periodo di pochi mesi strettamente necessario per la fuoriuscita dalla procedura di infrazione. Non disponendo poi il Commissario di risorse finanziarie per la gestione, già dai primi interventi completati si sono registrate difficoltà nella ricerca di un gestore degli impianti legittimato a regime, con il concreto rischio di abbandono degli impianti ultimati e del loro rapido degrado.
Anche nel caso degli investimenti prevedibili per l’obiettivo a) e più ancora per l’obiettivo b) la presenza di un gestore industriale rappresenta una condizione necessaria per il perseguimento dell’efficacia degli interventi necessari.
Gli studi disponibili e le esperienze pregresse dimostrano che in gran parte delle aree del Mezzogiorno d’Italia non è prevedibile una evoluzione autoctona del sistema senza un intervento centrale mirato alla sua risoluzione. Di contro la possibilità di utilizzare le risorse finanziarie disponibili attraverso NG-EU rappresenta anche l’occasione di una riforma che consenta il processo di industrializzazione del settore.
Gli strumenti da porre in essere per questo obiettivo devono assistere ed eventualmente surrogare gli enti locali nelle fasi di:
- costituzione degli Enti di governo dell’ambito, predisposizione dei Piani d’ambito e procedure di affidamento;
- avvio della gestione industriale e realizzazione degli interventi.
Gli interventi da attuare
Per la fase di riordino e completamento istituzionale sono già operativi programmi di assistenza centrali. E’ sufficiente verificare il loro andamento e rendere obbligatoria questa assistenza negli ambiti potenzialmente beneficiari della risorse della NG-EU ma che ancora allo stato attuale non hanno proceduto all’identificazione del soggetto gestore legittimo ai sensi del D.lgs 152/2006 (Codice Ambiente). Si tratta di programmi di “capacity building” che dovrebbero avere anche l’obiettivo di incrementare la qualità tecnico-amministrativa delle segreterie tecniche degli Enti d’Ambito.
Gli strumenti attuativi della riorganizzazione industriale sono logicamente più complessi da mettere in atto, in quanto non si tratta di redigere un piano o di portare a compimento una procedura, ma di sostituire o accompagnare operatori privi delle necessarie capacità tecniche, economiche e amministrative indispensabili per una gestione efficiente del servizio idrico.
- Cominciando dal segmento dell’approvvigionamento e della fornitura di acqua all’ingrosso a monte del servizio
idrico integrato, una soluzione praticamente perseguibile relativamente al Distretto dell’Appennino Meridionale
( che comprende le regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria e parte del Lazio Meridionale) è
rappresentata dalla società prevista al comma 905 della Legge di Bilancio 2018, che avrebbe dovuto essere
costituita entro il 30 giugno 2018 in sostituzione dell’EIPLI, in liquidazione da molti anni. La sua
mission deve consistere nell’investire e gestire in modo efficiente le infrastrutture di
approvvigionamento e grande adduzione per la fornitura di acqua ai gestori del servizio idrico integrato. Questa
società, che potrebbe essere attivata rapidamente dallo Stato in una prima fase e successivamente aperta alle
Regioni che fanno parte del Distretto, inizialmente dovrebbe gestire le opere attualmente di competenza
dell’EIPLI, ma potrebbe esserle affidato da subito con una modifica legislativa il compito di stazione
appaltante per avviare, quando non è presente un gestore industriale legittimato, gli altri investimenti
previsti in particolare per l’approvvigionamento all’ingrosso dal Piano Nazionale Idrico e da inserire nel
contesto NG-EU.
- Una volta costituita, le potrebbe essere anche assegnato ancora con norma, in via transitoria e sempre
limitatamente al Distretto dell’Appennino Meridionale, un ruolo di supplenza nei confronti degli ATO che ancora
risultano poco operativi facendo da stazione appaltante per avviare in tempi brevi la gestione industriale
temporanea (5-10 anni) laddove ancora non esiste un soggetto affidatario. A questo scopo, essa potrebbe attivare
il ciclo del servizio all’utenza con gare pubbliche rivolte a operatori industriali per la realizzazione di
progetti di investimento che, oltre alla riduzione e controllo delle perdite nelle reti, comportino
l’installazione di contatori di ultima generazione, la gestione della rete idrica, la fatturazione e la
riscossione per un tempo sufficiente al raggiungimento delle condizioni di partenza per una gestione efficiente.
Per l’organizzazione in tempi brevi di queste gare la società potrebbe convenzionarsi con una centrale di
committenza (per esempio Invitalia) e analoghe procedure, sempre a livello di ambito, potrebbero essere seguite
per l’affidamento della gestione delle reti fognarie e dei depuratori, risolvendo così il problema della
gestione delle opere completate dal Commissario Nazionale Depurazione negli ambiti senza gestore
legittimo.
- Un percorso analogo a quello della società di cui al comma 905 della Legge di Bilancio 2018 potrebbe essere
attivato nel Distretto Sardegna, trasformando ENAS in società ed aprendo la partecipazione ad altri soggetti
istituzionali, e nel Distretto Sicilia, dove una società di distretto va costituita, in sostituzione della poco
efficace gestione diretta da parte della Regione delle infrastrutture idriche di captazione e adduzione per la
fornitura di acqua all’ingrosso.
- Nel caso che le difficoltà politiche e amministrative che si sono registrate in questi due anni per l’avvio
della società non vengano superate in tempi brevi, occorre predisporre una strategia alternativa limitata nel
tempo sino agli affidamenti conformi alla legislazione vigente che sblocchi da subito le opere ma che non sia di
ostacolo all’attivazione dell’intero sistema nel medio-lungo termine. A legislazione invariata una possibile
strada perseguibile è l’affidamento ad una società pubblica in-house dello Stato (ad esempio Invitalia) il ruolo
di stazione appaltante delle gare pubbliche sopra descritte, in alternativa alla nuova società da costituire nel
Distretto dell’Appennino Meridionale, e affiancando anche la Regione Sicilia per le attività di
competenza.
- Occorre contestualmente identificare come remunerare la gestione, probabilmente deficitaria nei primi anni. Si
potrebbe pensare ad una sovvenzione simile a quella del trasporto pubblico locale, che tuttavia andrebbe
diminuendo con la progressiva normalizzazione del ciclo attivo. Questa sovvenzione potrebbe essere considerata
anche come un prestito a lungo termine, da recuperare con la tariffa, e che potrebbe beneficiare della garanzia
ultima dello Stato.
- Negli ambiti nei quali esistono gestori legittimi ai sensi della normativa vigente, ma con una taratura tecnologica e organizzativa inadatta al perseguimento in tempi brevi del salto tecnologico che l’impiego dei fondi NG-EU richiede, l’assegnazione al territorio gestito di risorse finanziarie andrebbe condizionata all’assistenza dello Stato centrale attraverso le proprie società in-house e alla selezione di soggetti industriali capaci di realizzare gli investimenti necessari nel singolo ambito e di avviare il processo di industrializzazione dei gestori preesistenti.
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