La cultura pop video-ignorata
Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno
La sconfitta di Bari e Taranto nella corsa alla nomina a capitale della cultura è di quelle che un po' bruciano, anche se hanno fatto bene i sindaci a mostrare fair play dopo l’assegnazione. Si tratta di città importanti e quindi organizzativamente le candidature avrebbero dovuto essere curate meglio di quelle di semplici borghi o cittadine.
Certo le suggestioni letterarie dell’Isola di Arturo sono quasi mitologiche se rapportate a quelle offerte da Bari, con i suoi ottimi scrittori contemporanei, e Procida evoca suggestioni molto profonde sull’animo degli italiani che continuano a vagheggiare un passato di borghi e non grandi città. Inoltre va detto che uno degli scopi della istituzione della capitale della cultura è quello di far riscoprire posti straordinari ma meno conosciuti (non si candideranno mai Firenze o Venezia), e Bari e Taranto si qualificano a metà in questa definizione.
Non so se sarebbe stato possibile capovolgere il risultato quindi. Ma in particolare per Bari, di una sola cosa sono sicuro. Il video di presentazione di un regista originale come Piva, non ha contribuito positivamente. La presentazione delle glorie cittadine, tutte persone eccellenti sia chiaro, ma con due o tre eccezioni comunque note soprattutto in ambito cittadino, non serve certo a sostenere una candidatura nazionale. Una persona italiana anche molto colta probabilmente non andrebbe oltre quelle tre persone e si chiederebbe il senso di quel carosello, se non quello di una autocelebrazione della cultura locale (in parte anche classe dirigente).
Il video ci mette in guardia però anche contro una tendenza molto comune. C’è talvolta un compiacimento nella nostra regione e nella nostra classe dirigente che travalica il senso opportuno dell’orgoglio campanilista. Qualche giorno fa il Presidente della Regione commentava i dati positivi della spesa sui fondi europei di coesione con toni apocalittici, sostenendo addirittura che negli ultimi decenni la Puglia sarebbe diventata un caso nazionale per la crescita. Una esaltazione francamente priva di basi empiriche e stranissima in una fase molto preoccupante come questa.
Tornando al video, ci si potrebbe chiedere cosa avremmo potuto fare invece. Da non barese, ma amante della città, quello che mi affascina di Bari è la cultura popolare. Gli elementi che avremmo dovuto esaltare a mio parere erano questi e rovesciare il rapporto tra cultura e mare che c’è nel video: tutto cultura ‘alta’, di livello non impressionante per una grande città, e un richiamino finale verso il mare. Bisognava esaltare molto di più il rapporto tra la città e il mare, i mercati, che sono importantissimi per i baresi, mercanti nati, il Santo e la sua storia. E sorprende che proprio Piva, che sulla Bari popolare ha costruito il suo capolavoro, sia caduto in questo errore.
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