Finanziamenti: La disfida Nord - Sud sugli asili
Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno
Ha suscitato le solite polemiche nei giorni scorsi l’attribuzione dei primi fondi del Bando per il finanziamento di costruzione o ristrutturazione di edifici per l’istruzione prescolare. Come per precedenti bandi sulla edilizia scolastica, il Mezzogiorno ha ricevuto una quota deludente dei finanziamenti, anche se non nei progetti approvati e che quindi verranno finanziati in futuro. La delusione però è doppia perché in questo caso il bando e la Legge di finanziamento prevedevano una preferenza per le aree svantaggiate (tra cui però anche quelle periferiche del centro nord) e il riequilibrio. Per uscire dalla pura invettiva bisogna capire però cosa sia successo ed eventualmente come, se giusto, porvi rimedio. E’ necessario cioè guardare ai meccanismi di allocazione dei finanziamenti, cosa che la maggior parte dei commentatori si guarda bene dal fare o guarda a un solo parametro in maniera un po' strumentale.
Il bando per il finanziamento risale al 30 dicembre 2020, piena era Conte-Azzolina quindi. In esso si prevede una premialità per le zone svantaggiate che consiste apparentemente in un punteggio per l’assenza di altre strutture analoghe nella zona. Ma si tratta di soli 3 punti su 100, francamente troppo pochi. Una parte importante dei punti viene attribuita alla tipologia di intervento, ricostruzione vs ristrutturazione (fino a 35 punti), al livello di avanzamento della progettazione (fino a 20 punti), alla presenza di bambini potenziali utilizzatori nella zona (fino a 20 punti). Complessivamente queste 3 voci sovrastano ogni altra considerazione. Molti osservatori hanno attribuito il fallimento relativo dei comuni meridionali alla presenza di una premialità per il cofinanziamento eventuale. Va detto che si tratta però di un massimo di 10 punti, attribuiti se il Comune si finanzia almeno al 50%.
E’ corretta questa premialità? A mio parere sì, ma non completamente. Che ci sia una premialità per un cofinanziamento è giusto perché è importante che i sindaci e le stesse popolazioni, soprattutto quelle del Mezzogiorno, siano consapevoli che il Comune non serve ad organizzare sagre (di recente festival) o far pagare multe e ticket sulle strisce blu. Tra i compiti dei comuni c’è la programmazione e fornitura della istruzione prescolare, ed è importante che le amministrazioni si predispongano a partecipare al finanziamento (magari utilizzando i proventi delle strisce blu). Detto questo è chiaro che lo sforzo fiscale richiesto ad una Amministrazione del sud è ben diverso da quello di una del nord (in media). Quindi i parametri della attribuzione dei punteggi sulla base del cofinanziamento vanno differenziati tra zone svantaggiate e non. Un cofinanziamento al 20 per cento al sud deve equivalere a un cofinanziamento al 50 al nord (in zone non svantaggiate).
La conclusione è che in questo caso in effetti il bando prevedeva una premialità troppo bassa per le aree svantaggiate in due sensi. E questi parametri andranno corretti nei futuri bandi considerando che il capitolo dell’istruzione prescolare nel PNRR è corposo. Tuttavia le probabilità sono che a pesare sulla graduatoria non sia tanto il cofinanziamento ma l’avanzamento e la tipologia dei progetti, che pesano per metà del punteggio. Va ribadito con forza che questi parametri continueranno ad essere importanti e a buona ragione. L’Italia non è un paese in grado di attribuire risorse a chi non ha progetti e/o non sa come gestirle. Peraltro l’attribuzione di finanziamenti è solo il primo passo e andrà monitorata la esecuzione dei progetti. Nel caso dell’edilizia scolastica ad esempio le allocazioni di fondi al sud sono state notevoli ma se si guarda sul sito si trova che sono solo 2 i progetti realizzati nel sud su 21. L’indignazione all’italiana si arresta al finanziamento.
Andranno certamente predisposti strumenti straordinari per la progettazione, ad esempio, nelle molte situazioni in cui i sindaci hanno privilegiato l’assunzione di vigili piuttosto che ingegneri, ma è anche importante non premiare chi ha sbagliato. Meglio strutture centralizzate da attivare su richiesta. E per chi va al voto è importante ribadire che per ottenere finanziamenti non servirà un sindaco con la bandana in piazza a protestare, ma uno in ufficio che sappia dove mettere le mani e come utilizzare i finanziamenti. I Comuni infatti servono prima di tutto a fornire servizi ai cittadini.
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