24 maggio 2020   Articoli

Un modello di sviluppo per la città, sos dei sindacati a Regione e Comune

Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati - Repubblica Napoli

Walter Schiavella - Segretario generale CGIL Napoli
Giovanni Sgambati - Sindacalista
Gianpiero Tipaldi - Segretario generale CISL Napoli

La drammatica emergenza sanitaria che stiamo vivendo e le gravi conseguenze sociali ed economiche che ne sono conseguenza, ha evidenziato la grande fragilità dei nostri attuali modelli di sviluppo. Se dobbiamo trarre una lezione da questa emergenza, questa è l’affermazione prioritaria di una nuova dimensione e centralità della persona e dei diritti inalienabili di cui è portatrice.

Le città nella riprogettazione del futuro modello di sviluppo sono i luoghi nei quali le criticità, le tensioni, le diseguaglianze, vanno per prima affrontate. Il problema che oggi si pone è come costruire un modello di sviluppo diverso a partire dalle città, il cui futuro non potrà che essere digitale, sostenibile e solidale.

Lo spazio urbano deve essere pronto ad adattarsi a delle condizioni d'uso completamente diverse.

Tutto ciò non può realizzarsi nell’attuale quadro istituzionale. Va costruito un nuovo assetto del titolo V della Costituzione che riaffermi il ruolo dello Stato nei settori strategici per il Paese, che riconduca le Regioni al loro ruolo originario di programmazione e legislazione, ma che, soprattutto, riconosca il ruolo e la funzione delle grandi Città Metropolitane.

Cgil Cisl Uil di Napoli hanno elaborato due anni fa la loro piattaforma, costruendo su di essa confronti e mobilitazioni fino allo sciopero generale dello scorso 31 ottobre. Molte di quelle questioni da noi sollevate restano una valida base di partenza che vogliamo offrire per l’apertura di una riflessione che coinvolga non solo le Istituzioni e la politica, ma tutte le forze sociali, culturali, economiche della città. La città ha bisogno di un progetto unificante che tenga insieme i tanti interventi in atto e quelli necessari ma fermi: da Bagnoli a Napoli Est, dalle ZES alle infrastrutture. Dal versante istituzionale ciò necessità, al netto di una necessaria riforma che riconosca pienamente il ruolo delle Città Metropolitane, di una visione condivisa e di una leale collaborazione fra i livelli istituzionali coinvolti. Dal versante gestionale occorre ridefinire i modelli organizzativi e gli ambiti di intervento dei servizi pubblici locali a partire dalle necessarie integrazioni funzionali su scala metropolitana dei servizi di TPL e igiene ambientale. Occorre definire un piano regolatore delle reti digitali che garantisca l’accesso democratico di tutti i cittadini alla banda larga e i dati come bene pubblico.

Se questa emergenza ha messo in evidenza la centralità dei servizi di medicina territoriale, delle reti di assistenza domiciliare, dei servizi di prossimità, orientiamo in quella direzione la necessaria riorganizzazione della sanità, dei servizi sociali e del rapporto pubblico, privato a vantaggio del primo e utilizziamo le potenzialità delle trasformazioni digitali.

La crisi ha fatto emergere le fragilità di un sistema economico eccessivamente sbilanciato sul settore terziario. Bisogna mettere in atto due linee di azione parallele e non alternative, bensì complementari in quanto trovano nei saperi, nei contenuti, nelle risorse ambientali, artistiche e culturali di cui la città è ricca, il fertilizzante comune per una crescita armonica e sostenibile: da un lato la difesa ed il rilancio di produzioni industriali di qualità da Whirpool, a FCA, Fincantieri, Leonardo, alla filiera chimica, tessile e agroalimentare; dall’altro la costruzione di strategie di lungo periodo per qualificare offerta turistica, commercio e terziario.

Sarebbe un errore tragico non utilizzare il massiccio intervento di capitale pubblico in maniera selettiva in direzione del rafforzamento dimensionale e qualitativo dei sistemi di impresa, dei settori strategici, della sostenibilità ambientale e, soprattutto, di strategie di contrasto ed emersione dell’economia illegale e criminale e di regolarizzazione del lavoro.

Questi sono solo alcuni dei temi (il documento integrale è disponibile sui social di Cgil Cisl Uil Napoli) su cui ci piacerebbe che il Comune di Napoli, la Città Metropolitana, la Regione offrissero alle forze sociali e produttive il terreno di un confronto volto a mettere insieme idee, proposte e soluzioni per un Patto sul futuro di Napoli di cui i cittadini e il Mezzogiorno hanno estremo bisogno.

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