26 marzo 2021   Articoli

Il coraggio dello Stato di farsi imprenditore

Amedeo Lepore - il Mattino

Amedeo Lepore - Professore ordinario di Storia Economica - Università della Campania Luigi Vanvitelli

La partenza della procedura per l’ingresso di 2.800 nuovi tecnici nelle amministrazioni meridionali in massimo tre mesi è una buona notizia e una scelta tempestiva per l’attuazione del Recovery Plan. Negli anni del “miracolo economico”, uno degli aspetti fondamentali per il successo della Cassa per il Mezzogiorno fu la valorizzazione dell’apporto di vaste competenze di ingegneri ed esperti, tanto da far assurgere quella tecnostruttura, secondo The Economist, a “lepre della Comunità europea”. 

All’epoca, la Banca Mondiale esprimeva un giudizio positivo sulle capacità tecnico-amministrative della Cassa, sia sul versante della professionalità dei suoi talenti ingegneristici che su quello delle sue modalità di gestione e del valore del suo management. Il programma dell’intervento straordinario prevedeva anche stanziamenti finanziari per la formazione di tecnici, la realizzazione di scuole professionali e la preparazione di personale specializzato, data la carenza di abilità specialistiche e di lavoro qualificato in tutto il territorio meridionale. Altri tempi e altre tempre, da cui prendere esempio. Eppure, oggi, di fronte allo sforzo nazionale di ripresa da una crisi profonda, è possibile ripetere e innovare l’esperienza del passato, che pure nasceva dalla necessità una spinta sistemica. Il provvedimento per il rafforzamento della pubblica amministrazione meridionale con l’inserimento di giovani competenze rientra nell’impegno del Governo per il rilancio economico del Sud ed è sicuramente un supporto vitale per contribuire all’accelerazione della progettazione, della spesa e della rendicontazione delle risorse per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 

Questa iniziativa dovrebbe rappresentare il primo tassello per riallineare un’amministrazione pesante e burocratica alle raccomandazioni della Commissione Europea e per avvicinarla sempre di più alle esigenze reali della società, dei cittadini e delle imprese. È stato annunciato, infatti, un decreto di accompagnamento al PNRR che serva a rendere più efficiente la macchina dello Stato, delle Regioni e degli enti locali, attraverso il reclutamento di figure adeguate all’esecuzione degli interventi nei prossimi sei anni, nonché mediante l’acquisizione di tecnologie innovative e la digitalizzazione degli uffici e dei servizi pubblici. In questo modo, oltre a limitare il ricorso a strumenti tradizionali (carta e penna), potranno entrare nei ranghi amministrativi profili legati alla pianificazione e alla progettazione, all’analisi dei dati, al coordinamento di risorse umane e finanziarie, alla gestione dei progetti e dei rischi, al monitoraggio e al controllo. Nuovo capitale umano che, come stabilito dall’OCSE, significa essenzialmente un complesso di conoscenze, abilità, competenze e altre caratteristiche individuali in grado di facilitare la creazione del benessere personale, sociale ed economico. Naturalmente, quest’azione di ricambio e digitalizzazione dell’amministrazione dovrà essere affiancata da un’energica opera di semplificazione delle norme, delle strutture e delle procedure pubbliche, pena il freno o l’insuccesso per un ampio processo di riforma. 

A proposito delle assunzioni nel Mezzogiorno in via sperimentale, i Ministri per il Sud e la Pubblica Amministrazione hanno precisato che è stata effettuata una verifica dei fabbisogni di personale da parte dell’Agenzia per la coesione territoriale. Insieme a quest’analisi, nei tempi dati, va promosso anche un aggiornamento delle dotazioni organiche degli enti ai quali le nuove professionalità dovranno essere destinate. La mancanza di questi due elementi, oltre ai vincoli del turn over, ha condannato le istituzioni meridionali alla paralisi amministrativa o alla mera formazione di grandi sacche assistenziali. La risposta alle esigenze di lavoro dei giovani e delle donne del Sud non può venire da un’espansione smodata del pubblico impiego, ma deve scaturire dall’occupazione produttiva e dai nuovi mestieri della rivoluzione tecnologica e della transizione ambientale. Tuttavia, l’impegno per modernizzare la pubblica amministrazione e per sbloccare la capacità di spesa nel Mezzogiorno ha bisogno come il pane di talenti e competenze del futuro. A patto che, come indicavano Alberto Beneduce in Italia e Franklin Delano Roosevelt negli Stati Uniti negli anni bui tra le due guerre mondiali, si vestano le strutture dello Stato, capace di diventare altro da sé, delle logiche e della flessibilità dell’impresa privata. Così, si potranno fugare le incombenti preoccupazioni sulla effettiva possibilità per il nostro Paese di mettere in atto un programma tanto ambizioso di ripresa e di sviluppo.

 

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