01 febbraio 2023   Articoli

La sorprendente forza industriale del Meridione

Federico Pirro - Avvenire

Federico Pirro - Professore di Storia dell’Industria - Università di Bari Aldo Moro

Dall'ultimo studio della SRM Gruppo Intesa Sanpaolo e del CESDIM - Centro studi e documentazione sull’industria nel Mezzogiorno dell’Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" sull’industria manifatturiera nell’Italia meridionale emerge che il Sud è una grande piattaforma industriale. 

Sono numerose le grandi industrie italiane ed estere localizzate in tutte le regioni meridionali con le loro supply chain, ma sono altrettanto numerosi i cluster di PMI diffusi in ogni regione del Sud, anche in quelle meno sviluppate come Molise, Calabria e Sardegna.

L’industria dimostra così di essere parte integrante nell’Italia meridionale e di rilevanza strategica di quella nazionale e concorre alla sua competitività nello scenario mondiale.

Nel Meridione sono ormai consolidati primati nazionali assoluti nelle seguenti produzioni e localizzazioni di capacità di importanza strategica, come di oltre il 50% dei laminati piani grazie al Siderurgico di Taranto, quando esso, raggiungendo e superando gli 8 milioni di tonnellate all’anno, ha potuto dispiegare la sua capacità produttiva tuttora installata, ma ad oggi non integralmente utilizzata a causa del tetto massimo di 6 milioni annui imposto nel periodo di attuazione dell’AIA. 

Come del 68,6% della capacità di raffinazione petrolifera italiana con le grandi raffinerie della Saras in Sardegna, di Isab, Sonatrach e della Ram in Sicilia e dell’EniR&M a Taranto. A Gela (CL) inoltre l’Eni ha riconvertito la vecchia raffineria in bioraffineria. 

E ancora di ben oltre la metà delle autovetture costruite in Italia e della totalità di veicoli commerciali leggeri; le auto sono costruite negli impianti di Stellantis a Pomigliano d’Arco (NA) e a S.Nicola di Melfi (PZ), mentre i veicoli commerciali leggeri, marchio Ducato, sono assemblati alla Sevel ad Atessa (CH), 

E poi la produzione di petrolio estratto nei maggiori giacimenti on-shore d’Europa in Basilicata in Val d’Agri (PZ) e nella Valle del Sauro (PZ) e in minor misura sulla terraferma e al largo della Sicilia sudorientale;

E quella di piombo e zinco della Portovesme in Sardegna e di fluoroderivati inorganici per l’industria dell’alluminio prodotti dalla Fluorsid di Cagliari. 

Ma pure di etilene nei due steam cracker della Versalis Eni di Brindisi e Priolo (SR). 

Per non parlare dell’energia generata da fonte eolica nei grandi parchi di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. La Puglia è la prima regione italiana per energia prodotta da fonte eolica. 

Puglia che si distingue per le pale eoliche per aerogeneratori di grande potenza costruite dalla Vestas Blades Italia a Taranto e anche per  la macinazione di grani duri e teneri in vari molini fra i quali spiccano quelli imponenti dei gruppi Barilla e Casillo in Puglia, e le capacità complessive di macinazione insediate ad Altamura, capitale nazionale dell’industria molitoria. 

Senza dimenticare le paste alimentari con gli impianti di player come Barilla, Voiello-Barilla, De Cecco, Divella, Lucio Garofalo, la Molisana, De Matteis, Rummo, Di Martino, Granoro, Delverde e Pezzullo-Gruppo New Lat Food, Pallante, De Sortis, Riscossa, Tamma, Poiatti, e con i pastificatori di Gragnano, cui si affiancano pastifici minori;

E ancora le conserve di pomodori e legumi con le imprese dell’agro Sarnese-Nocerino, dell’Abruzzo, della Capitanata e del Brindisino. 

E infine i divani e poltrone imbottiti in pelle, grazie alla Natuzzi e altre imprese minori con Soft line, Calia Trade, Nicoletti Trade, Alfatex, Ego Italiano.

Il Meridione poi compartecipa in misura significativa a produzioni nazionali di valenza strategica per il Paese come energia da combustibili fossili con le centrali di Enel, Enipower, A2A, Edison, Sorgenia, E.On, Egl, En Plus.

Di energia solare e da biomasse. Di costruzioni aeronautiche in due dei distretti aerospaziali italiani in Campania e Puglia con i 4 grandi stabilimenti di Leonardo Divisione Aerostrutture di Pomigliano d’Arco, Nola, Foggia e Grottaglie (TA), con  i due di Leonardo Divisione Elicotteri a Brindisi e Benevento, con i due impianti di Avio-Aero in Campania e Puglia, con il sito della Ema-Rolls Royce in Campania e con quelli di altre aziende meridionali (Salver, Tecnam, Dema, Blackshape). 

E poi il ferroviario nei grandi stabilimenti della Hitachi Rail STS di Napoli e Reggio Calabria, della Firema di Caserta e Potenza, e della Mer.Mec a Monopoli. 

La farmaceutica presenta gli impianti delle multinazionali Merck, Sanofi, Novartis, Pfizer, Menarini, Kerr, e di altre grandi e medie aziende italiane come Dompé, FIS, Pierrel e Sifi. 

Ancora alimentare con oli e vini in cui spiccano i marchi di Olio Dante nel Beneventano, della Casa Olearia Italiana e della Olearia Desantis nel Barese, e quelli delle cantine dei gruppi centrosettentrionali Zonin, Antinori e GIV, e di produttori meridionali oltremodo numerosi con marchi ormai affermati a livello nazionale e all’estero. 

Senza dimenticare la manutenzione di navi militari nell’Arsenale della Marina Militare di Taranto e di costruzioni navalmeccaniche nei grandi siti della Fincantieri di Castellamare di Stabia e di Palermo. 

Nel Sud troviamo le tre maggiori fabbriche italiane per numero di occupati diretti.

Nell’Italia meridionale si localizzano, solo per citare alcune delle megafabbriche in esercizio, lo stabilimento siderurgico delle Acciaierie d’Italia a Taranto (8.168 addetti diretti e 5.000 nell’indotto) - che tuttora è anche il primo impianto manifatturiero del Paese per numero di occupati - la FCA, ora Stellantis, a S.Nicola di Melfi (PZ, 5.881 addetti e 3.000 nell’indotto di 1° livello) - che inoltre è il secondo sito manifatturiero italiano per risorse umane impiegate, e il secondo per quantità di auto prodotte, pari nel 2022 a 163.793 unità (lo scorso anno superato dall’impianto di Pomigliano d’Arco ove si sono prodotte 165.000 vetture)  -  e la Sevel in Val di Sangro, 5.726 diretti e 5.000 nell’indotto, terzo impianto manifatturiero del Paese per numero di occupati, e che è anche l’impianto più grande d’Europa per la costruzione di veicoli commerciali leggeri.

A Pomigliano d’Arco è in produzione l’altro impianto di assemblaggio della Stellantis nel Sud con 4.481 occupati. 

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